Sono ormai trascorsi quattro anni da quando, in occasione del mio diciottesimo, ho avuto l’opportunità di sorvolare l’oceano in direzione degli Stati Uniti e, in particolare, in direzione di New York.
Vedere New York per la prima volta, vi giuro, è un pò come venire catapultati in un universo- fino a qualche attimo prima presente solamente nella vostra testa- che di colpo diventa realtà, scombussolandovi e attirandovi completamente a sè. È come mettere piede all’interno di un film di cui si è il protagonista indiscusso, sicuro di sè e certo di possedere il mondo ai propri piedi.
Sono fermamente convinta che non si possa dire di aver visto l’America, senza aver fatto tappa, anche solo per qualche ora, nella Grande Mela e aver percepito dentro di sè quel dinamismo e quell’elettricità che la metropoli stessa fa trapelare.
L’America è da sempre considerata la patria indiscussa delle opportunità, il luogo dove sembra che i sogni possano incontrare la propria realizzazione. In questo immaginario, New York diventa allora quella “ciliegina sulla torta” che completa e rende perfetto l’intero scenario. Un caleidoscopio di sensazioni, stimoli ed elementi che si fondono tra loro in maniera esplosiva.
- I Grattacieli
Sembrerà una banalità eppure gli enormi grattacieli sono un elemento fondamentale perchè essi corrispondono alla prima cosa che compare all’orizzonte, quando l’aereo inizia la fase di atterraggio, accogliendo lo stupore e la curiosità dei nuovi arrivati.
Persino chi, come me, predilige luoghi più naturali e a misura d’uomo, non può restare impassibile di fronte all’effetto irreale creato dai raggi del sole riflessi sulla superficie, piatta e apparentemente inespressiva, di vetro e acciaio. Non si può proprio fare a meno di camminare col naso perennemente all’insù, sentendosi piccini piccini in confronto agli immensi edifici circostanti.
Il mio preferito è il Flatiron Building, meno moderno con il suo carattere più retró.
- Le strade trafficate
È inutile negarlo: a New York è del tutto impossibile incontrare strade deserte, senza traffico nè pedoni pronti a lanciarsi all’improvviso, nel bel mezzo della carreggiata, rischiando costantemente la vita.
Molto più che in altre città, qui le strade vanno a costituire una fitta rete di arterie, divenendo il cuore pulsante della vita cittadina. New York, senza il suono acuto dei clacson di autisti semi-esauriti, i famosi taxi gialli- che aggiungono un piacevole tocco di colore e poesia alla metropoli- e la folla, sempre pronta ad intasare i marciapiedi, non sarebbe davvero New York ma, al contrario, perderebbe gran parte del suo fascino.
È proprio tra gli stradoni principali, ma anche tra le diramazioni secondarie, che si consuma e scorre frenetica l’esistenza newyorkese e le persone più diverse- ricchi, poveri, stranieri, ecc.- si fondono fra loro a creare una massa eterogenea di individui, ognuno spinto dal desiderio della propria realizzazione.
- Rockefeller Center & le decorazioni natalizie
Approfitto del fatto che manca solo una settimana a Natale per parlarne. Se New York è la città iperbolica per eccellenza, esagerata sotto qualsiasi punto di vista, non può smentirsi proprio per quanto riguarda gli addobbi natalizi. Anzi.
Ovunque, praticamente in ogni angolo, ci si può imbattere in elaborate ghirlande, allegri festoni, bocce rosse e oro formato gigante ma, soprattutto, lucine di ogni forma e colore.
In particolare, è Rockefeller Center a costituire il punto di incontro più imperdibile durante le festività in un tripudio di profumi, magia e luccichii vari. Proprio al di sotto del grattacielo principale, il GE Building, infatti, viene montata una pista di pattinaggio, sovrastata dall’Albero di Natale più grande che abbia mai visto.
- Times Square
Forse la maggiore icona di Manhattan, Times Square è anche la perfetta rappresentazione dell’espressione attribuita a questa instancabile metropoli: the city that never sleeps- la città che non dorme mai.
Eccentrica e a tratti kitsch, questa piazza attrae ogni giorno flotte di turisti (e non solo) attraverso il richiamo dei suoi neon animati e delle insegne luminose, le cosidette spectaculars, che non hanno assolutamente nulla da invidiare all’audace concorrente, Las Vegas.
Mi piacerebbe poterci ritornare per vivere i festeggiamenti di Capodanno e per assistere al rituale della sfera luminosa, originario del 1907.
- I punti di osservazione
Ci sono alcuni casi in cui è necessario prendere le distanze da un qualcosa per poterlo apprezzare meglio, ammirandolo nella sua interezza.
New York, in particolare, può essere un luogo che seduce e confonde e, se ci si immerge troppo in profondità, si rischia di venirne sopraffatti. Per questo motivo, la cosa migliore che si possa fare è allontanarsi il più possibile dal centro, scegliendo uno dei tanti punti di osservazione disponibili: il Top of the Rock, l’Empire State Building, il Ponte di Brooklyn, Liberty Island.
Ognuno di essi offre visuali sempre nuove attraverso le quali accedere a prospettive più ampie e privilegiate, adatte a cogliere aspetti altrimenti poco individuabili.
A questo proposito, vi consiglio vivamente di dirigervi verso il Ponte di Brooklyn al tramonto oppure di salire in cima all’Empire State Building per contemplare lo spettacolo offerto dalla giungla urbana sottostante al chiaro di luna. Vi prometto che si rivelerà un’esperienza indimenticabile!
{Chiedo scusa per la bassa qualità di alcune fotografie ma, come ho detto all’inizio dell’articolo, sono passati quattro anni e le tecnologie- deo gratias– si sono evolute!}
Alla prossima,
Francesca