Vado completamente in estasi di fronte a quei paesaggi naturali capaci di farmi dimenticare, anche solo per pochi istanti, la presenza di città- o di qualsiasi altra forma di artificialità- nel raggio di chilometri.
Ho un debole, in particolare, per i luoghi che non mostrano in apparenza nessun legame con l’essere umano. Luoghi come i deserti, le foreste più impenetrabili, i canyon rocciosi. Ambienti in cui, sostanzialmente, sentirsi soli non crea un senso di disagio o di inadeguatezza nè viene percepito come una “costrizione” che ci è stata imposta ma, al contrario, appare come una risposta del tutto spontanea e sincera, nata dal contatto con la natura limitrofa. Come un dono prezioso da conservare con rispetto.
È vero, infatti, che il silenzio spesso fa paura perchè ci obbliga ad affrontare noi stessi, mettendoci di fronte a quegli aspetti di noi che, nella maggior parte dei casi, tendiamo a nascondere agli altri o a ignorare per andare avanti con più facilità. Ogni tanto, però, può essere utile fermarsi ad ascoltare, soprattutto se incoraggiati nel modo giusto. Ed è esattamente in posti come quello che sto per presentarvi che solitudine e silenzio non spaventano, suscitando invece raccoglimento e pace.
In occasione del mio compleanno, il mio ragazzo ed io ci siamo diretti di nuovo in Piemonte (l’ultima volta era stata ad agosto per festeggiare il suo compleanno), poco lontano dalle Cascate del Toce.
È stato proprio grazie all’azione del fiume Toce- aiutato dall’intervento dell’ultima glaciazione- se, oggi, abbiamo la possibilità di passeggiare indisturbati all’interno di quelle gole e quei meandri conosciuti con il nome di Orridi di Uriezzo. Un tempo ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio, con lo scongelamento del ghiacciaio e il ritiro dei vari corsi d’acqua in Valle Antigorio, quelle rocce che avevano subìto l’erosione dal tempo e dagli agenti atmosferici sono venute alla luce, rivelando uno spettacolo di straordinaria bellezza.
Pareti di roccia liscia, umida e scivolosa. Soffici tappeti di muschio, apparentemente infiniti. Un susseguirsi di cunicoli e nicchie delle dimensioni più diverse, ognuno a suo modo impressionante considerando il perenne stato di penombra in cui ci si può imbattere, soprattutto, nei passaggi più stretti.
Camminare, attraverso quei canyon naturali, ha risvegliato dentro di me quel senso di avventura che provavo quando ero piccola, mi ha fatto divertire ma, al tempo stesso, mi ha anche trasmesso tanta tranquillità. Ogni cosa sembrava distante anni luce se osservata dall’interno degli Orridi, perfino il cielo sopra la nostra testa- che a fatica si infiltrava attraverso le fessure- sembrava appartenere ad un’altra realtà. {Non incontrare anima viva per tutta la durata della visita ha, però, sicuramente contribuito in questo!}
Informazioni utili:
Gli Orridi di Uriezzo sono in totale tre (Sud, Nord-Est e Ovest) e sono collegati tra loro da diversi sentieri escursionistici. Quello più interessante da visitare è, senza alcun dubbio, l’Orrido Sud, molto più grande rispetto agli altri due e molto più scenografico, anche se consiglio comunque di seguire il percorso segnalato che permette di vederli tutti (solo il tratto che conduce all’Orrido Ovest è un pò più impegnativo).
Per accedervi, si può scegliere di partire dal centro abitato di Premia oppure, come abbiamo fatto noi, dalla Chiesa Monumentale di San Gaudenzio di Baceno. Sono possibili anche visite guidate, contattando l’Associazione AccompagNatur (http://www.accompagnatur.net).