Esistono luoghi che, più di altri, hanno subìto a lungo il peso del proprio passato e che, ancora oggi, faticano a scrollarsi di dosso i segni indelebili di ciò che è stato. Per la maggior parte, sono luoghi che parlano di sofferenza, avversità o, più semplicemente, di abbandono. Come nel caso di Bussana Vecchia.
Nella zona sud-ovest della Liguria, poco distante da Sanremo, sorge un piccolo borgo medievale, arroccato in cima ad una collina e avvolto nel verde della macchia mediterranea. Questo paesino, per lo più costituito da vecchie rovine, è Bussana Vecchia (così chiamata per distinguerla da Bussana Nuova -situata più a valle e fondata solo nel secolo scorso). La sua è una storia che appassiona e commuove chiunque la ascolti per la prima volta: il 23 Febbraio del 1887, un terremoto colpisce la tranquilla cittadina rurale, distruggendola quasi interamente e lasciando dietro al suo passaggio solo caos e detriti. Molti abitanti del villaggio, a quell’ora riuniti in chiesa per celebrare la messa, perdono la vita per il crollo della volta dell’edificio che cede sotto le forti oscillazioni sismiche; mentre i pochi sopravvissuti sono costretti a fuggire, abbandonando le abitazioni in rovina.
Bussana Vecchia viene così trascurata per oltre 60 anni, finchè, verso la metà del 1900, accade qualcosa di veramente straordinario: un gruppo di artisti e liberi pensatori, affascinati dall’atmosfera decadente che trasuda dai resti dell’antico borgo, decidono di trasferirsi tra i ruderi restaurandoli a poco a poco. È proprio grazie all’intervento di questi personaggi se oggi Bussana, da cittadina fantasma qual’era, si è trasformata in un suggestivo museo a cielo aperto, ricco di botteghe e atelier di artisti di fama internazionale.
Dicono, infatti, che il momento migliore per visitare questo gioiellino ligure sia durante le sere d’estate, quando i pittori organizzano varie mostre dove esporre le proprie creazioni e le viette acciottolate pullulano di vita e di tante piccole lucine. Anche in primavera, a dire la verità, non è affatto male: il desiderio dei nuovi abitanti di convivere con la natura -mantenendola il più spontanea possibile- ha fatto sì che la vegetazione crescesse indisturbata lungo i muri delle case, regalando scorci di singolare bellezza. Anche gli animali, qui, possono vivere in assoluta libertà: non è raro infatti imbattersi in galline, oche, gatti e (persino!) maiali selvatici, percorrendo le lastricate stradine secondarie.
Bussana Vecchia mi ha colpita, mi ha fatto riflettere: non si tratta semplicemente di una cittadina malandata che lotta per riemergere. È qualcosa di più. È un esempio di speranza, di libertà, ma anche di rivincita. Una scelta di vita (lasciatemi passare il termine) tendenzialmente bohémienne. E ancora, è un autentico desiderio di rinascita; la dimostrazione di ciò che accade quando l’arte -sostenuta dal coraggio di pochi individui- restituisce la vita.
Dove ho mangiato: la caffetteria-paninoteca dove ho pranzato si chiama Piazzetta golosa ed è situata in una posizione ottimale per iniziare/ finire la visita a Bussana. In particolare, vi consiglio di assaggiare le bruschette (giganti!) e la torta mele e pinoli (divina!).
Alla prossima,
F.