Barcellona: Sì o No?!

Stravagante e caotica, eccentrica ed esplosiva: Barcellona è senza alcun dubbio una delle città più apprezzate e visitate d’Europa nonché un incredibile centro culturale.

Popolatissima, con un tessuto urbano vasto (molto vasto) ma, al tempo stesso, ben distribuito e variegato tanto da non risultare mai scontata né dispersiva. Adatta a vari tipi di vacanza (culturale, all’insegna del divertimento, con gli amici, con la famiglia, ecc.), è, a mio parere, una delle pochissime città che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero avere l’opportunità di conoscere e “toccare con mano”, cosa che -ne sono sicura- difficilmente lascerà indifferenti (sia in positivo che in negativo).

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Nonostante non sia follemente innamorata di Barcellona, per qualche strano motivo sento il bisogno spontaneo di tornarci ogni tanto. Camminare per la chiassosa Rambla seguendo la scia dei profumi, sorridere delle buffe forme degli edifici di Gaudì, scoprire sempre nuovi elementi nella facciata della Sagrada Familia…

E ancora: le scorpacciate di paella, la sangria, gli orari dilatati, la leggerezza della vita. Sì, tornare a Barcellona mi rasserena sempre moltissimo e… sì, invidio immensamente la perfetta combinazione di energia positiva e rilassatezza che identifica l’indole spagnola.

Come vi ho confessato, però, il mio non è un amore totalmente incondizionato ma, al contrario, ci sono molte cose della città che non riescono a colpirmi fino in fondo. Vediamo se la pensate come me.

La Rambla & la Boqueria: Sì

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Partiamo da quello che, secondo me, è il vero cuore di Barcellona: l’effervescente quartiere che sorge attorno alla Rambla -il viale, lungo più di un chilometro, che collega la Placa de Catalunya con il porto vecchio. Qui emerge appieno, a mio parere, la carica vitale della città: le bancarelle colorate, gli artisti di strada, i negozietti e i locali alla moda. Ma, soprattutto, la Boqueria -forse il più famoso mercato coperto europeo- dove poter ammirare la gran varietà di frutti tropicali, spezie, dolci e assaggiare il pescato freschissimo, esposto in maniera ordinata sui banconi (a proposito, penso che difficilmente scorderò la mia prima ostrica :D). Insomma, un’esperienza sensoriale da provare.

Parc Guell: No

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So che a molti sembrerà assurdo quanto sto per dire… ma no, Parc Guell -il conosciutissimo complesso di giardini ed elementi architettonici progettato da Gaudì- non è riuscito a (ri)sorprendermi quanto speravo. Forse perché nei miei ricordi tutto era  un po’ più grande, con più casette, ecc. ma, questa volta, non mi sono sentita così entusiasta come era successo anni fa. Pazienza.

Sagrada Familia: Sì

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Pur non essendo molto nel mio stile (preferisco, infatti, un’architettura dalle linee più “pulite” e semplici),  questa cattedrale neogotica mi lascia sempre a bocca aperta. La cura dei dettagli, l’esuberanza, il vederla crescere pezzo per pezzo. Ogni incontro è un’emozione.

La Pedrera, Casa Batlò, Casa Milà: No

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La motivazione, in questo caso, riguarda esclusivamente i prezzi d’ingresso decisamente troppo alti anche in caso di sconti per gruppi, studenti, ecc. A meno di non spendere un capitale (e di non restare in fila sotto il sole cocente per ore), tenete in conto di non riuscire a visitarle tutte e tre.

Arc de Triomf & Parc de la Ciutadella: Sì

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Molte grandi città ne possiedono uno, ma l’Arco di Trionfo barcellonese è uno dei più particolari che abbia mai visto: costruito con un materiale piuttosto modesto -il mattone- che gli conferisce un vivace colore rossiccio, l’Arc de Triomf non celebra una qualche vittoria militare bensì il progresso artistico, scientifico ed economico della Spagna. Lì vicino, il Parc de la Ciutadella -polmone verde della città nonché sito dell’Esposizione Universale del 1888, a cui l’Arc de Triomf venne dedicato- costituisce un’oasi di relax e di rifugio dal caldo incessante. Al suo interno, è possibile trovare un laghetto dove noleggiare barche, varie sculture, uno zoo e persino una cascata monumentale. Merita davvero.

Barceloneta: Sì

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Ammettiamolo: a causa della vicinanza dell’area portuale alle spiagge, il mare non è esattamente uno dei punti forti di Barcellona. Tuttavia, passeggiare sul lungomare della Barceloneta all’ora del tramonto -quando i locali si preparano per l’happy hour a base di pa amb tomàquet (pane tostato con pomodoro e olio d’oliva), e centinaia di skaters sfrecciano silenziosi nella luce del tardo pomeriggio- offre una tranquillità impagabile.

Le strade periferiche: No

Come si nota in ogni metropoli densamente popolata, esiste un divario enorme tra le zone più chic e curate del centro e quelle della periferia (e a Barcellona la periferia è tanta!). In particolare, sono le strade secondarie, a mio parere, a costituire una nota dolente: sporche, dominate da odori improbabili e -purtroppo- regno di coleotteri dalle dimensioni assurde. Spostando lo sguardo verso l’alto, però, una cosa che attira piacevolmente l’attenzione c’è: stormi di adorabili (quanto chiacchieroni!) pappagallini verdi, appollaiati sugli alberi più alti e lasciati liberi di svolazzare per la città.

Placa Reial: Assolutamente sì!

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Chiudiamo in bellezza. Questa piccola piazza quadrata -comunicante con la Rambla, sebbene appartata dal caos del vialone principale- è indiscutibilmente il mio angolino preferito della città. Le palme, i ristoranti con i tavolini all’aperto, i portici, la luce fioca dei lampioni, la fontana delle Tre Grazie al centro: ambientazione ideale per una serata perfetta! (Molto, ma molto più bella rispetto a Placa Catalunya.)

Voi cosa ne pensate? Siete mai stati a Barcellona? Vi trovate d’accordo con le mie osservazioni?

A presto e buon weekend,

F.

 

 

 

 

 

 

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