Esperienze indimenticabili: fare Whale Watching a Husavik

Sono già tornata da una settimana dall’Islanda.

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Una settimana ormai che non mi sveglio più nel cuore della notte per scrutare il cielo speranzosa di trovarlo illuminato da striature colorate (anticipo la vostra domanda: no, alla fine non siamo riusciti a vedere l’aurora boreale ma ve ne parlo più avanti); una settimana che non percorro chilometri e chilometri in auto nel bel mezzo del nulla; una settimana che non mi addormento stanca morta, ma incredibilmente felice in un minuscolo angolino di una ancor più minuscola tenda con altre quattro persone; una settimana che non osservo incredula il -muschioso- panorama circostante pensando tra me e me: Può essere reale tutto questo?

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Sì, come mi aspettavo l’Islanda mi è piaciuta da impazzire. Mi ha appassionata, mi ha messa alla prova, mi ha regalato fortissime emozioni. Ancora di più, è riuscita ad accarezzarmi il cuore.

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Ci sono stati parecchi momenti durante questo folle itinerario -oltre 3000 km di strada (non tutta asfaltata)!- che sono certa resteranno vividi dentro di me come fosse il primo giorno, momenti che mi accompagneranno per sempre.

Uno più di tutti gli altri: l’avvistamento delle balene in prossimità di Husavik. Ve lo racconto.

Innanzitutto, perché sostare proprio a Husavik?

Situata nella parte nord dell’isola, sul fianco orientale della grande baia di Skjalfandi, Husavik (lett. baia delle case) è una piccola città portuale di pochi abitanti dedita alla pesca e al turismo. Nonostante sia esteticamente molto graziosa per essere una cittadina dell’estremo nord del mondo, Husavik deve la sua fama all’elevato numero di cetacei che popolano le sue acque e che qui possono riprodursi senza il timore di venire cacciati. (In molte zone dell’Islanda, purtroppo, la caccia alle balene è ancora consentita.)

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Non a caso, infatti, alla cittadina è stato riconosciuto il titolo di capitale dell’osservazione delle balene d’Europa e, per chiunque speri in un incontro ravvicinato con queste meravigliose creature, non può che essere una meta obbligatoria.

Con che compagnia fare whale watching?

Attualmente, solo tre compagnie organizzano escursioni in mare per il whale watching a tariffe piuttosto simili: passeggiando lungo il porto, potrete notare facilmente le imbarcazioni e, poco più in là, gli uffici dove prenotare e/o ritirare i biglietti prenotati online precedentemente. (Ovviamente, vi consiglio di recuperare i biglietti con un po’ di anticipo, soprattutto se nei mesi estivi.)

Noi abbiamo optato per la compagnia più piccola, la Salka whale watching, solcando l’oceano a bordo di un poetico battello in legno, il Fanney. Dotato dei giusti comfort, con Wi-Fi gratuita e caffè compreso nel prezzo, il battello può contenere al massimo una quarantina di passeggeri, cosa che ha contribuito a creare un’atmosfera più intima e piacevole rivelandosi un’ottima soluzione.

Nonostante il cielo nuvoloso e il vento gelido, non abbiamo patito troppo il freddo grazie alla tuta termica che ci è stata fornita alla partenza (sì, quella tuta gialla e orribile che si vede sempre nei film ma che si è rivelata parecchio utile). Non dimenticatevi, però, dei guanti se non volete perdere la sensibilità alle dita dopo pochi secondi.

E per il mal di mare?

Non preoccupatevi: ogni compagnia, in caso di bisogno, mette a disposizione le pastiglie contro il mal di mare. A meno che non si esca dalla baia, tuttavia, il mare rimane abbastanza calmo.

Che cetacei si possono avvistare? 

Pare che nella baia convivano all’incirca una decina di specie di cetacei di dimensioni diverse, tra cui il delfino dal becco bianco, l’orca e la megattera. Gli avvistamenti più frequenti riguardano queste ultime, mentre  -se si è parecchio fortunati- la balenottera azzurra, molto rara, si mostra 2-3 volte all’anno poco fuori Husavik.

Pensate che questa splendida creatura altro non è che il più grosso animale del pianeta con i suoi 33 metri di lunghezza e un peso di oltre 150 tonnellate! (D’altronde, i cuccioli nei primi mesi di vita crescono di circa 90 kg al giorno grazie al latte materno…)

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In generale, comunque, la media degli avvistamenti nei dintorni della baia risulta piuttosto alta ed è molto difficile che un’imbarcazione ritorni in porto senza che si sia visto nulla: noi, per esempio, siamo riusciti ad ammirare da vicino una famiglia di megattere e un magnifico esemplare di balenottera comune (seconda per dimensioni solo alla balenottera azzurra).

La nostra esperienza a bordo del Fanney

Per quanto mi riguarda, le tre ore trascorse a bordo del battello sono state uno dei momenti più attesi di questo viaggio, nonché il regalo più bello che l’Islanda potesse farmi.

Aspettare tutti insieme immobili e in un raccolto silenzio -rotto solo dal rumore delle onde contro lo scafo- scrutando il mare alla ricerca di uno sbuffo, di un’ombra appena accennata sotto la superficie o di un’insolita increspatura sull’acqua… è un’esperienza difficile da descrivere.

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Per non parlare poi di quando improvvisamente fa capolino il dorso della balena, così fiera ed elegante da intimorire un po’. L’apice dell’emozione, però, si raggiunge quando, poco prima di inabissarsi, l’animale solleva la coda rivelandosi in tutta la sua bellezza. Che meraviglia! Penso di non aver mai trattenuto il fiato tanto a lungo come in quell’istante.

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Dove mangiare dopo l’escursione?

Pur essendo tanto piccola, la scelta non manca di certo a Husavik quando si tratta di ristoranti in cui poter gustare le specialità locali. Personalmente vi consiglio Gamli Baukur, un adorabile chalet in legno con vista sul molo e una cucina sofisticata. Le specialità: i piatti del giorno a base di pesce e la swiss moka (cioccolata e caffè al latte).

A presto

(prestissimo, visto la quantità di cose che ho da raccontarvi: preparatevi!),

F.

 

{Le bellissime fotografie che avete visto in questo articolo sono state scattate da Ale con una macchina professionale: le adoro!}

 

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