Vatnsnes – una giornata nella ‘penisola dei cavalli’

Esiste un piccolo lembo di terra islandese in cui le falesie a strapiombo e i grandi ghiacciai cedono il posto a pascoli verdeggianti, rilievi dolci, spiaggette di sabbia vulcanica battute dal vento e punti panoramici da cui respirare forte il profumo dell’oceano.

Questo luogo così diverso -per paesaggi e atmosfera- da qualsiasi altro possiate incontrare nel nord dell’Islanda è la piccola Vatnsnes, conosciuta da pochi come la penisola dei cavalli.

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Grazie all’ambiente naturale più ospitale rispetto a quello presente in altre zone dell’isola, Vatnsnes è un angolino pacifico e verde che offre rifugio a una gran varietà di volatili (soprattutto ededroni e gabbiani che vi nidificano), cavalli allo stato brado e innumerevoli esemplari di… foche.

(Sì, perché pur essendo conosciuta principalmente per i branchi di cavalli selvaggi che la abitano e ne percorrono i sentieri dissestati in totale libertà, questa penisola ospita una tra le più numerose colonie di foche di tutto il paese.)

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Dovessi scegliere di tornare in Islanda un domani (e credo proprio che capiterà), includerei nuovamente Vatnsnes in un possibile itinerario a nord per poi avventurarmi nei freddi fiordi dell’ovest.

Le sue dimensioni ridotte, infatti, permettono di visitare la penisola in una sola giornata effettuando un giro completo di 90 km su strade ghiaiose. Lungo il percorso, molteplici tappe meritano di essere prese in considerazione: qui di seguito, vi indico quelle che ci sono piaciute di più. (Considerate che, arrivando da Akureyri, abbiamo effettuato il giro della penisola da est a ovest lungo la statale n.1, ma nessuno vi vieta di seguire il percorso al contrario. Considerate, inoltre, che pochissimi autobus fermano a Vatnsnes: noleggiare una macchina è quindi il modo più comodo e immediato per potervi accedere.)

Borgarvirki

La nostra prima tappa nella penisola è stato questo promontorio roccioso straordinario: costituito da basalti colonnari a canna d’organo, verso il X secolo veniva utilizzato come fortezza. Oggi non è rimasto molto della vecchia struttura, ma dalla sua sommità si può contemplare a 360° la bellezza paesaggistica di tutta la zona.

Merita davvero, fidatevi.

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Ósar

All’altezza dell’ostello della gioventù di Ósar, un sentiero tra i prati conduce in una decina di minuti circa a una spiaggia vulcanica dalla sabbia nera e morbidissima al tatto. Questo, a mio parere, è il luogo migliore e più appartato per osservare la più grande colonia di foche d’Islanda: al di là di uno stretto bacino, su una sottile lingua di sabbia, si riposano indisturbati numerosi esemplari di foca grigia (uno più buffo dell’altro!).

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La zona circostante è inoltre ideale per gli amanti del bird watching o delle lunghe e rilassanti passeggiate a contatto con la natura.

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Faraglione di Hvítserkur

Poco distante dal punto di osservazione di Ósar, ci si imbatte in una grossa roccia scura di 15 metri d’altezza e dalla forma piuttosto insolita: si tratta dello scoglio vulcanico Hvítserkur che, secondo una leggenda locale, altro non sarebbe che un troll pietrificato, sorpreso dalle prime luci dell’alba mentre percorreva la via del ritorno.

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Se posso darvi un consiglio, cercate di arrivare in questo luogo quando si verifica il fenomeno della bassa marea: in questo modo, potrete camminare proprio al di sotto del faraglione e fotografarlo da vicino.

Hindisvík

Proseguendo di qualche chilometro oltre la spiaggia del faraglione, vi troverete esattamente nel cuore della baia di Hindisvík

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Anche qui, seguendo un sentiero segnalato, si arriva a un punto di osservazione strategico dove poter avvistare foche paffute giocare tra le alghe e crogiolarsi al sole, libere e serene nel loro ambiente naturale. (Attenzione: in tutta la zona è severamente vietato urlare e/o disturbare gli animali in qualsiasi altro modo. Gli islandesi tengono molto al rispetto verso la flora e la fauna locali, tanto che in alcuni casi persino l’utilizzo dei droni è proibito perché può spaventare cavalli, pecore, ecc.).

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È stato al momento dei saluti, però, che Vatnsnes mi ha fatto il regalo più grande: proprio mentre stavamo risalendo in macchina, pronti a lasciarci alle spalle questo luogo incontaminato, un branco di cavalli selvatici ci ha superati per poi disperdersi nei riflessi del tramonto. E noi non potevamo fare altro che rimanere a bocca aperta per l’emozione. IncreduliGrati.

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Dove mangiare/dormire a Vatnsnes?

Come dicevo, Vatnsnes è piuttosto piccola e -per fortuna!- ancora scarsamente popolata: per questo, le strutture dove poter pernottare/mangiare sono davvero poche.

Oltre all’ostello di Ósar (che vi ho nominato sopra) e alcuni campeggi organizzati, infatti, è Geitafell l’unica valida alternativa per concedersi un po’ di riposo dopo tanto vagabondare. È difficile non notarla: i proprietari della guest house, originari della Scozia, hanno voluto richiamare la struttura dei castelli scozzesi con una piccola torretta.

All’interno, invece, l’arredamento delle stanze è tipicamente islandese, mentre il ristorante offre specialità del posto (aragoste, zuppe di pesce, dolci artigianali). I prezzi non sono proprio economici (rassegnatevi: l’Islanda è tutta cara!), ma sembra ne valga la pena.

Per maggiori informazioni:

Prima di affrontare il giro completo della penisola, fermatevi all’ufficio turistico di Hvammstangi per raccogliere qualche informazione in più sulla regione. Ricordatevi, inoltre, di fare provviste prima di avventurarvi per Vatnsnes, se è nelle vostre intenzioni campeggiare o sostare lungo il percorso.

A presto,

F.

[ Tutte le foto che vedete sono state scattate con Samsung Galaxy S6 e Canon Eos 700d ]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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