Se c’è una cosa che sono felice di aver imparato viaggiando è che sta a noi aprire gli occhi non solo per cogliere la bellezza che ci sta intorno, ma anche per catturare le storie, le leggende e il valore culturale dei luoghi e delle realtà (grandi e piccole) che attraversiamo.
Spesso, infatti, sono proprio le realtà più piccole a nascondere i tesori più interessanti, come abbiamo potuto riscontrare la scorsa settimana -grazie all’Associazione turistica Colle S. Lucia e alla nostra guida, Maurizio– che ci hanno permesso di visitare uno dei comuni più piccini e pittoreschi di tutta la Provincia di Belluno: il Colle Santa Lucia.
COLLE S. LUCIA: QUALCHE CENNO STORICO
Situato nella zona a nord dell’Agordino, nelle vicinanze di noti centri per il turismo estivo ed invernale come Cortina d’Ampezzo, Alleghe e Selva di Cadore, il Colle fu per molto tempo parte dei possedimenti del Vescovo di Bressanone nonché nucleo principale della Via del Ferro (l’antica via commerciale che seguivano le pagnotte di ferro grezzo estratte dalle vicine miniere del Fursil fino ai centri di lavorazione).
Il periodo più fiorente per il borgo furono infatti gli anni a cavallo tra il 1100 e il 1600, quando la presenza delle miniere e l’ottima qualità del materiale estratto resero il territorio economicamente appetibile favorendo intensi scambi con la Serenissima: le spade forgiate con il ferro del Fursil erano molto ricercate!
In seguito agli sconvolgimenti portati dai due conflitti mondiali (di cui rimangono ancora molte tracce nei monti circostanti), tuttavia, il Colle vide spezzarsi il solido legame coltivato con il Tirolo e la Diocesi di Bressanone, le miniere furono chiuse definitivamente, e il piccolo comune si unì alla comunità di Belluno-Feltre.
COLLE S. LUCIA: OGGI
Grazie a un acceso interesse verso la vita passata di queste zone montane e ad intelligenti strategie turistiche, il Colle sta riacquistando a poco a poco l’attenzione che merita.
Da qui, passa la famosissima Maratona delle Dolomiti – conosciuta anche come la Maratona dei sette passi.
Dalla prossima primavera, partirà inoltre un progetto di ospitalità diffusa con il quale si permetterà ai turisti di alloggiare nelle antiche case del Colle e di assaggiare la cucina tradizionale in ristoranti convenzionati.
COLLE S. LUCIA: COSA VISITARE
Come vi accennavo, il Colle ha dimensioni piuttosto ridotte (pensate che oggi ci vivono all’incirca 400 persone!), ma nonostante questo potete trovare notevoli elementi di interesse, oltre che scorci degni di una cartolina d’altri tempi.
Chiesa di S. Lucia
La chiesetta del Colle S. Lucia è forse il suo simbolo più conosciuto ed è molto facile scorgerla lungo la strada per la caratteristica collocazione sulla cima del Colle. Da lassù si può godere di un punto di osservazione privilegiato che domina l’intera vallata e che offre panorami spettacolari sui massicci dolomitici: il Monte Pelmo, la Marmolada e il mio preferito, il Civetta. (Giuro, sarei rimasta lì per ore a osservare le montagne cambiare sfumature a seconda della luce.)
Un’altra particolarità della chiesetta è la presenza del cimitero che la circonda: pare infatti che la Chiesa di S. Lucia sia una delle poche ad aver mantenuto questa disposizione, eliminata in molte altre zone secondo direttive napoleoniche. Un gioiellino più unico che raro.
Cesa de Jan
La Cesa de Jan (o Casa Chizzali-Bonfadini) è un vero e proprio monumento storico del Colle e la sua costruzione sembrerebbe risalire agli inizi del XVII secolo. Facilmente riconoscibile per le belle inferriate realizzate con il materiale locale, la Casa della famiglia Chizzali è oggi motivo di orgoglio per il paesino: al suo interno, infatti, ospita l’Istituto Culturale Ladino, associazione volta a preservare e valorizzare l’identità linguistica e culturale della minoranza ladina.
Nato nel 2004, l’Istituto lavora in collaborazione con altre istituzioni e associazioni del luogo per mettere in atto progetti concreti nelle scuole, e per incentivare l’uso della lingua attraverso i mass media, ricerche e varie pubblicazioni. Se siete nei paraggi, una visita è caldamente consigliata se volete conoscere un pezzo di storia di queste località.
I vicoli del Colle
Prendetevi un po’ di tempo per passeggiare tra i vicoletti e le casette in legno, per focalizzarvi sui dettagli. Questo paesino è davvero pieno di sorprese, dategli la possibilità di lasciarsi scoprire.
COLLE S. LUCIA: COSA VEDERE NEI DINTORNI
Le miniere del Fursil
Protagoniste degli anni d’oro del borgo, le miniere del Fursil stanno vivendo attualmente un intenso progetto di recupero a fini turistico-culturali (si parla addirittura di poter visitare tra qualche mese la più recente Galleria Breda a bordo di un trenino!).
Per il momento, le miniere visitabili sono solo quelle di Zenge e dei Vauz (dove siamo entrati noi, muniti di caschetto di sicurezza) ma, seguendo l’itinerario della strada della vena, è possibile raggiungere tutti gli altri siti minerari (senza potervi però entrare!).
Il Belvedere
Poco oltre il borgo, proseguendo lungo la strada, ci si imbatte in un Belvedere formidabile da cui contemplare appieno la bellezza del posto. Personalmente ve lo consiglio all’ora del tramonto o al sorgere del sole, quando il cielo esibisce i suoi colori più belli.
Il Castello di Andraz
Posto sulla sommità di un enorme masso che domina la vallata, il Castello di Andraz è ancora oggi uno dei monumenti più affascinanti delle Alpi orientali. Per mancanza di tempo, purtroppo, non siamo riusciti a visitarlo ma qualcosa mi dice che torneremo presto per rimediare al nostro errore.
Passo Giau
Non dimenticatevi che vi trovate nelle vicinanze di uno dei passi più belli di tutte le Dolomiti. Il Passo Giau, sia in estate con i prati verdeggianti che in inverno avvolto in un manto candido, offre panorami da lasciare senza fiato e un senso di pace difficile da trovare in altri luoghi.
Abbassate la suoneria del cellulare, spegnete la radio, … e respirate.
[Grazie di nuovo a Maurizio, Valentina e a tutto lo staff dell’Associazione turistica Colle S. Lucia per il bel pomeriggio che ci avete regalato.]
A presto,
F.