La mia esperienza di workaway alle Canarie – tiriamo le somme!

Ridendo e scherzando, sono già passati sei mesi.

Sei mesi da quel mio primo viaggio da sola, con un zainone in spalla e mille propositi nella testa.

Sei mesi da quell’atterraggio a Lanzarote a bordo di un minuscolo bimotore a elica (proprio io che, tra l’altro, ho una paura folle di volare!).

Sei mesi da quei 30 giorni di solitudine, dubbi, paure, pianti, risate, incontri, sfide quotidiane. Sei mesi di distanza da quella faticata, spaventosa, assoluta sensazione di libertà.

Avete capito bene: a Lanzarote mi sono sentita libera come mai prima d’ora, o meglio. Mi sono sentita viva, pienamente riconnessa con me stessa.

workaway alle canarie

esperienza di workaway

Certo, le difficoltà non sono mancate. Ma posso essere completamente sincera? L’esperienza a Lanzarote è stata probabilmente il più bel regalo che potessi farmi. Perché lì, in quell’isoletta vulcanica lambita dall’Oceano con la sola compagnia di un buffo cagnolone nero, ho imparato cosa vuol dire fidarsi di sé stessi per davvero, ma soprattutto ho riscoperto una parte di me che troppo spesso avevo cercato di sopprimere.

Quella che non si demoralizza di fronte a nulla, quella che ama fiondarsi nell’ignoto perché spinta da pura curiosità. Quella che vorrebbe fare dell’avventura il proprio pane quotidiano e del mondo la propria casa.

Probabilmente se non fossi partita per le Canarie, ci avrei messo molto più tempo a ricongiungermi con questo aspetto della mia persona. Lanzarote, ne sono pienamente convinta, mi ha preso per mano come un’amica e mi ha accompagnato lontano.

Ecco perché in questo articolo vorrei provare a tirare un po’ le somme di quello che è accaduto lo scorso luglio, provando a spiegarvi anche qui sul blog perché consiglierei a tutti di partire per un’esperienza così all’estero.

(A questo proposito, avevo già scritto altri post sull’argomento: Cos’è, come e perché partire per un’esperienza di workaway, Pro e contro di un workaway: è tutto rose e fiori? e Viaggiare da sola: perché ogni donna non dovrebbe mai rinunciare a un’esperienza simile)

La mia esperienza di workaway alle Canarie

Giusto per capirci… Cos’è un workaway?

Ve ne avevo già parlato in questo post qualche mese fa.

Per semplificare, un workaway è un’esperienza di lavoro volontario in cui un individuo offre una particolare prestazione lavorativa richiesta da un host in cambio di vitto e alloggio gratuiti. Tale scambio tra workawayer (o volontario) e host avviene grazie a regole stabilite precedentemente tra le parti, in seguito all’iscrizione alla piattaforma http://www.workaway.info.

Questa piattaforma raccoglie host e volontari provenienti da ogni angolo del mondo; inoltre, le mansioni richieste possono essere molto diverse tra loro: si va dal classico babysitteraggio alla cura degli animali e della casa, dall’insegnamento di lingue straniere al lavoro nell’orto fino ad arrivare ad attività manuali di ogni tipo. In questo modo, la scelta è davvero ampia e ognuno ha la possibilità di candidarsi per il lavoro che sente più in linea con le proprie attitudini.

Io, per esempio, ho scelto di volare alle Canarie e di soggiornare sull’isola un mese intero: qui ho lavorato come web writer e ho fatto la dogsitter per la mia host, godendomi nel frattempo le meraviglie di Lanzarote a 360°.

Up & down della mia esperienza di workaway alle Canarie

Come dicevo, durante il mio mese a Lanzarote non tutti i giorni sono stati allegri e spensierati allo stesso modo. Anzi, alcune mattine aprivo gli occhi domandandomi se era stata davvero la scelta giusta quella che avevo preso così d’istinto.

Come per tutte le cose, infatti, anche la mia esperienza di workaway è stata caratterizzata da tanti up & down. Mi spiego meglio…

Provate a immaginare di dover partire in direzione di un luogo per voi completamente nuovo, fidandovi unicamente della parola di qualcuno che non avete mai visto. Come vi sentireste? Io, devo essere sincera, all’inizio ero un tantino titubante, seppur speranzosa di trovare quello che l’host a cui mi ero rivolta mi aveva promesso. Questo perché, soprattutto in merito a un’esperienza del genere, la primissima difficoltà che vi si pone di fronte è quella legata alla fiducia: non esiste workaway, infatti, senza la creazione di un rapporto di reale fiducia tra le due parti, poiché entrambe devono fare un “atto di fede” non indifferente nei confronti di una persona sconosciuta che, in un modo o nell’altro, entrerà a far parte della propria vita per un lasso di tempo più o meno lungo.

Oltre a questo, semmai voleste imbarcarvi in un’avventura simile, preparatevi a scontrarvi contro moltissimi pregiudizi: sia da parte delle persone che avete accanto che con tutta probabilità non capiranno le reali motivazioni della vostra scelta, sia da parte di chi è prevenuto nei confronti di questa forma di collaborazione do ut des perché ancora non la conosce bene. (A questo proposito, non avete idea di quanti sguardi strani ho ricevuto da parte dei locali nel tentativo di spiegare cosa ci facessi sull’isola!)

Tuttavia, la difficoltà principale per me si è rivelata essere la lotta contro la solitudine. Perché se è vero che in viaggio si entra facilmente in contatto con persone e realtà nuove, è anche vero che viaggiare da soli comporta il saper bastare a sé stessi, affrontando in autonomia sia le situazioni più belle che quelle più complicate. Al tempo stesso, non avere vicino gli amici di sempre o la propria famiglia con i quali confidarsi ti obbliga a un’apertura relazionale e mentale maggiore rispetto a quella che si ha nella vita di tutti i giorni.

E con questo, passo direttamente agli aspetti positivi di vivere un’esperienza di workaway all’estero.

In primis, infatti, workaway significa creare legami profondi non solo con chi ti sta attorno, ma con il luogo stesso che stai visitando. A Lanzarote, per esempio, ho avvertito una connessione pazzesca con l’isola, le onde, i tramonti. Mi sentivo un tutt’uno con la realtà che mi circondava. Mi sentivo nel posto giusto al momento giusto. Semplicemente, mi sentivo. (Mi rendo conto di quanto sia difficile spiegare a parole una sensazione così forte, ma vi assicuro che già solo vivere un istante di tale intensità emotiva mi ha ripagato di tutti i dubbi e le paure provati prima della partenza.)

workaway a lanzarote

caleta de famara lanzarote

lanzarote isole canarie

Inoltre, partecipare a un workaway vuol dire anche darsi la possibilità di rivoluzionare a fondo la propria routine, confrontandosi con stili di vita diversi dal proprio. (Nel mio caso, sono grata di essermi immersa più da vicino nella filosofia di vita dei surfisti del luogo, fatta di passione, libertà e amore per la natura). D’altronde si sa: il confronto e la novità generano cambiamento che è sempre positivo!

Esperienza di workaway all’estero? Ti do 3 buoni motivi per partire immediatamente

Detto questo, perché sono convinta che valga la pena vivere un’ esperienza di workaway all’estero?

Innanzitutto perché si tratta di un modo per uscire dalla propria zona di comfort abituale, sperimentando i propri limiti e modificando i propri punti di vista sulla realtà. Il mondo non è quel posto pieno di pericoli che ci vogliono far credere a tutti i costi, ma un luogo in cui, con le giuste precauzioni, è possibile fare incontri e vivere avventure in grado di cambiarti realmente la vita.

In secondo luogo, perché (come è successo a me) partire per un workaway potrebbe significare farsi un grandissimo regalo: darsi la possibilità di scoprire nuovi aspetti del proprio io che neanche si immaginavano. Siamo molto di più di quanto pensiamo, non dimentichiamocelo mai. 

Infine, soprattutto per chi ama viaggiare in maniera alternativa, il workaway rappresenta una valida soluzione per esplorare un luogo in modo più autentico immergendosi a fondo nella cultura di un paese, condividendo la vita con i suoi abitanti e risparmiando notevolmente sui costi di vitto e alloggio.

emozioni in viaggio

Insomma… cosa state aspettando a imbarcarvi nella vostra esperienza di workaway all’estero?!

Per qualsiasi domanda, lasciatemi un messaggio qui sotto nei commenti o scrivetemi in privato 🙂 Sarò felice di aiutarvi!

Se state pensando di organizzare un viaggio a Lanzarote, invece, potrebbe interessarvi questo articolo.

27 pensieri riguardo “La mia esperienza di workaway alle Canarie – tiriamo le somme!

  1. Concordo pienamente con tutto ciò che hai scritto. La tua esperienza di workaway è, per quanto diversa, molto simile alla mia di aupairing, nel momento in cui si tirano le somme. In particolare capisco cosa intendi quando parli di legami profondi con le persone (che io sento e frequento tuttora, dopo quasi tre anni) e con i luoghi stessi. Se tu eri connessa ai tramonti, io in Irlanda mi sono legata al vento, anche se sembra paradossale. Quel vento e quel freddo lì, che sentivo sulla pelle e dentro le ossa, hanno contribuito a trasformarmi, e sono diventati essi stessi, come parte del ricordo, sostanza della mia isola.

      1. Buongiorno Francesca, per contattare Workaway come posso fare?
        Si paga 40€ per iscriversi,confermi?

  2. È semplicemente splendido tutto quello che hai scritto.
    Sono molto orgogliosa della mia nipotina!
    Un bacione

  3. Esperienze come questa fanno bene alla vita. Ne sono profondamente convinta. E poi che bello creare un legame così forte con un 4 zampe 🙂

      1. Brava brava brava….sicuramente qst esperienza ti ha cambiata in meglio,lo vorrei fare pure io ma l età è gli impegni me lo impediscono.
        Vorrei chiederti se hai dovuto pagare l iscrizione di 40 euro per poter lavorare.te lo chiedo per una mia carissima amica che ha deciso di partire .
        Grazie a presto
        Nicol

  4. Mi è piaciuto molto il tuo post soprattutto perchè parli con sincerità dei momenti difficili, di quelle mattine solitarie piene di dubbi. Credo che siano quelli i momenti in cui devi veramente capire se puoi farcela da sola e tu, non solo sei riuscita, ma ti sei anche appassionata a questa vita e ha trovato in te stessa risorse che neppure sapevi di avere. Brava! E coraggiosa

  5. Le Canarie sono in lista da un po’. Leggo sempre articoli meravigliosi su questi posti, e anche da te ho potuto constatare che è un viaggio che vale assolutamente la pena di organizzare. La tua esperienza poi è davvero invidiabile! Hai fatto la scelta più giusta.

  6. E’ stato molto interessante leggere la tua esperienza. Sopratutto mi è piaciuto perché sei riuscita a scoprire e conoscere te stessa a fondo. Ho fatto esperienze all’estero per lavoro e studio che sicuramente hanno forgiato una nuova me, ma non sono mai riuscita a conoscermi così a fondo come tu racconti in queste righe. Forse è proprio l’esperienza di workaway, che mi manca, che mi potrebbe aiutare a conoscermi a fondo!

  7. Wow il tuo workaway deve essere stata un’esperienza molto interessante e formativa e le Canarie, credo, un ottimo posto per sperimentarlo. Mi hai incuriosita molto quando parli della tua connessione con Lanzarote, meta ke già avevo in testa da un pò…Un abbraccio!

  8. Le esperienze di volontariato sono sempre nobili e piene di ricchezza per il nostro cuore. Brava, complimenti!

  9. Beh, hai fatto una gran bella esperienza e capisco tutto lo smarrimento di cui parli. Eppure, superato quello, si trovano sempre dentro di sé delle grandi risorse. Come hai fatto tu <3

  10. Sembra una bellissima esperienza! Anche un’ottimo modo per ritrovare noi stessi. come dicevi tu potrebbe essere un’occasione per scoprire nuovi aspetti del proprio io. Ed è anche un modo per viaggiare per quelli che dicono di non poterselo permettere 🙂

  11. Non ho mai fatto un’esperienza con Workaway, ma ho fatto l’aupair e poi sono stata a Londra 4 anni…. condivido ciascuno dei tuoi 3 buoni motivi per partire subito per un’esperienza di lavoro all’estero! Penso davvero che sia un ottimo modo per viaggiare ma soprattutto per crescere!

  12. A Lanzarote anch’io mi sentivo moltissimo per cui capisco bene cosa volevi intendere. È un’isola meravigliosa con un forte contatto con la natura e la terra. Forse anche per la drammaticità di certi suoi paesaggi. Io l’ho amata molto anche se capisco che lì ogni tanto ci si possa sentire soli.

  13. Ti ammiro per la scelta che hai fatto ed il viaggio intrapreso. Credo che ad un certo punto si giunga alla consapevolezza di doversi dare una scossa per conoscere meglio se stessi, i propri limiti e le proprie capacità: un’esperienza di workaway può davvero essere fondamentale in questo senso. Approvo tutto, tranne il volo sul piccolo bimotore ad elica (come te, ho proprio una paura pazza di volare, che è una condanna per chi ama viaggiare come noi). Scherzi a parte, complimenti!

    1. Grazie per le tue parole. Sì, credo anch’io che ogni tanto serva un’esperienza emotivamente forte per conoscersi più a fondo e, se serve, per ritrovarsi.

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