Percorremmo tutta la lunga diga, quasi tre chilometri da lì alla punta, con il suo segnale verde.
Un camminamento che va verso oriente, e noi quella mattina andammo ben oltre, immersi in un bagliore levantino, approdando ad Alessandria.
Mi raccontò della medina e del porto, della perduta biblioteca e del leggendario faro, poi si strinse le spalle e mi salutò con un verso: “Mi fermerò qui. / Ad ammirare un po’ anch’io la natura. / Mare al mattino, cielo senza nubi / d’un viola splendido, riva gialla; tutto / grande e bello, fulgido nella luce.”
Kalós ánemos, buon vento, mi disse sorridendo.